Orchis Quadripunctata

Parco Nazionale del Gargano … non solo orchidee

5 giorni nella campagna pugliese, precisamente sul Monte Sacro, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, alla ricerca delle famose orchidee selvatiche.

Parto all’alba del Primo Maggio insieme a due carissimi amici (due bravissimi fotografi naturalistici calabresi: Roberto Boccucci www.robertoboccucci.com e Salvatore Oppedisano www.salvatoreoppedisano.it; vi consiglio una visita ai loro siti) così da arrivare in loco subito dopo pranzo e iniziare le sessioni fotografiche già dal tardo pomeriggio della stessa giornata.

La zona a Nord del comune di Mattinata e il sentiero che porta in cima al Monte Sacro (è la vetta più alta del Gargano orientale e si eleva sino a 874 metri sul livello del mare) vantano la più alta concentrazione di orchidee selvatiche in Europa, con 69 specie catalogate.

La fioritura di questi fiori, che richiama ogni anno fotografi naturalistici da tutto il mondo, si svolge nell’arco di 4 mesi (da aprile a luglio); è pertanto impossibile in un solo viaggio di pochi giorni individuare tutte le specie presenti, tra cui alcune endemiche. Noi ne abbiamo identificate “solo” 17. Si trovano più o meno all’altezza di 600-650 metri s.l.m. e non è difficile riconoscerle sul sentiero che conduce alla vetta del Monte Sacro. Non è altrettanto facile però fotografarle in quanto, a quell’altitudine, il terreno è caratterizzato dalla presenza veramente consistente di rocce calcaree (appartenenti al cretaceo e all’eocene), che creano non pochi problemi per lo sfondo delle nostre foto.

Rocce Calcaree sul Gargano

Proseguendo nel percorso (circa 40 minuti dalla base – escursione facile), la vegetazione cambia e si fa più fitta: il paesaggio qui è caratterizzato da querce, rimboschimento di pino nero, olmi e cipressi, e, nelle esposizione più fresche, anche carpino nero e roverella. Nel IV secolo d.C. il monte era ancora conosciuto come Monte Dodoneo, consacrato al culto pagano di Giove. Secondo un’antichissima tradizione, dopo l’apparizione dell’Arcangelo Michele nella grotta di Monte Sant’Angelo, il vescovo e i prelati della zona si recarono sul monte Dodoneo, distrussero i simulacri consacrati a Giove e dedicarono il tempio alla SS. Trinità. Da allora il monte assunse la denominazione di Sacro e, successivamente, l’Abbazia fu sede del Convento Benedettino dal VI al XIII secolo d.C. Grazie all’impulso dell’abate e del letterato Gregorio si costituì una vasta biblioteca, che contribuì a far diventare l’Abbazia uno dei centri culturali più importanti della Puglia nel Medioevo.

Abbazia della Santissima Trinità

Dopo alcune sessioni fotografiche poco proficue, abbiamo deciso quindi di perlustrare altre zone, sempre nei pressi del Comune di Mattinata, scoprendo così dei prati con erba bassa e fiori selvatici che ci hanno permesso di comporre con più comodità e di sperimentare nuove tecniche.

Anacamptis morio

Durante le nostre esplorazioni, negli orari ovviamente non ideali per fotografare, abbiamo setacciato il territorio in lungo e in largo, scorgendo alcune distese infinite e molto fitte di papaveri, un letto di un rosso molto acceso che abbiamo deciso di fotografare all’alba successiva.

Papaveri

In questi giorni non sono mancati naturalmente gli incontri con gli abitanti di questo mondo nascosto e inesplorato: abbiamo avvistato alcuni bruchi, tantissimi grilli e visto volare a pochi centimetri dalle nostre teste (purtroppo però al mattino non siamo riusciti a ritrovarli per fotografarli) diversi macaoni e qualche podalirio, ma anche parecchi esemplari di Melitea, Pieris Braccinae, Colias croceus, senza dimenticarci gli innumerevoli licenidi e libelluloidi.

Melitea

 

Potete vedere tutte le foto nella galleria Macro.

 

 

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